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La Russia per Eurovegas
Antonella Sguera Jul 17 2012:Una settimana infuocata per Eurovegas e per altre storie che si intrecciano al super progetto che ha in cuor suo da tempo Sheldon Adelson, il magnate che ha costruito quello spettacolo unico del The Venitian di Las Vegas. Doveva essere rimandato tutto a settembre invece oggi Artur Mas, presidente della Generalitat catalana, ha promesso in queste ore l'applicazione di una legislazione specifica necessaria per accogliere la costruzione della Sin City d'Europa. Una mossa che avvicina Barcellona rispetto a Madrid ma in questi giorni ecco anche la notizia che la città di Vladivostok, in Russia, intende costruire 12 grandi casinò per un investimento complessivo di 2 miliardi di dollari.
E con condizioni offerte agli investitori molto più favorevoli di quelle che si possono trovare a Macao, Singapore e, naturalmente, in Spagna. Va da sé che il rischio per la Spagna di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano è assai concreto. Adelson vuole a tutti i costi la Spagna ma si guarderà attorno se le due comunità continueranno a litigare come suocere acide. Come fanno da secoli del resto. Ma i 260,000 posti di lavoro per un investimento di quasi 15 miliardi di euro sono troppo allettanti. E il governo russo ha offerto esenzione fiscale a chi costruirà casinò in quella regione. Qualcosa di non disponibile in nessun'altra parte del mondo.
Basti pensare che a Macao le tasse sono al 39% mentre a Singapore scendono al 15%. Naturalmente il governo russo, dopo la chiusura netta voluta da Putin nel 2007, vuole rilanciare un settore che, piaccia o no, favorisce lo sviluppo del turismo e la creazione di posti di lavoro. Inoltre, considerando che nelle Filippine, Vietnam e Taiwan stanno sviluppando ambiziosi piani per la costruzione di casinò resort e hotel di lusso, è importante posizionare un vantaggio rispetto alla concorrenza. E se Adelson si dovesse convincere, Las Vegas si trapianterebbe anche in Russia con l'Europa a guardare invidiosa da lontano.
E con condizioni offerte agli investitori molto più favorevoli di quelle che si possono trovare a Macao, Singapore e, naturalmente, in Spagna. Va da sé che il rischio per la Spagna di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano è assai concreto. Adelson vuole a tutti i costi la Spagna ma si guarderà attorno se le due comunità continueranno a litigare come suocere acide. Come fanno da secoli del resto. Ma i 260,000 posti di lavoro per un investimento di quasi 15 miliardi di euro sono troppo allettanti. E il governo russo ha offerto esenzione fiscale a chi costruirà casinò in quella regione. Qualcosa di non disponibile in nessun'altra parte del mondo.
Basti pensare che a Macao le tasse sono al 39% mentre a Singapore scendono al 15%. Naturalmente il governo russo, dopo la chiusura netta voluta da Putin nel 2007, vuole rilanciare un settore che, piaccia o no, favorisce lo sviluppo del turismo e la creazione di posti di lavoro. Inoltre, considerando che nelle Filippine, Vietnam e Taiwan stanno sviluppando ambiziosi piani per la costruzione di casinò resort e hotel di lusso, è importante posizionare un vantaggio rispetto alla concorrenza. E se Adelson si dovesse convincere, Las Vegas si trapianterebbe anche in Russia con l'Europa a guardare invidiosa da lontano.
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